Pagina:Serao - Il romanzo della fanciulla, R. Bemporad & figlio, Firenze, 1921.djvu/161

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da quell’onda di amore, senza pensare all’avvenire: le altre due sorelle non intervenivano mai, come disinteressate, guardando la folla, senza neppur parlare fra loro, senza scambiare una parola con la vecchia dama di compagnia, che le accompagnava dovunque: tacevano, assorbite, con gli occhioni fissi su quelli che passavano, prese dal fachirismo delle zitelle che vogliono maritarsi.

E quando Matilde Cipullo giunse, tutta scalmanata, con Giovannino Pasanisi, di Salerno, la seconda sorella si tolse alla contemplazione ed entrò in conversazione, poichè era lei che avrebbe dovuto sposare Giovannino Pasanisi: e la terza sorella Cafaro, la più giovane, rimase isolata, silenziosa, guardandosi intorno con tutte le sue forze, sapendo bene che a lei ancora ventenne, nessuno avrebbe condotto un fidanzato, e che doveva trovarselo da sè, fidando solo sulle proprie risorse.

Non avendo potuto trovar sedie, Caterina Borrelli e Annina Casale, oltrepassata la rotonda luminosa, passeggiavano più innanzi, nel cosidetto boschetto della Villa, dove uno solo è il viale grande e cinquanta sono i piccoli viali sinuosi, fra le aiuole e i gruppi di olmi. Ivi la luce era fioca e il profumo delle erbe, dei gelsomini di notte, acutissimo; e vagavano in quella penombra di alberi, tutti coloro che desideravano fuggire la folla, desiderosi di silenzio, di frescura, di vie larghe dove si potesse respirare l’aria lieve e fine di quel giardino accanto al mare. Le coppie che s’incontravano non si guardavano neppure, ognuna occupata della sua conversazione, l’uomo chinato con amore verso la donna, portandosela a braccetto in quella grande bel-