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228 La Conquista di Roma

mela più tardi, nell’aula, in un corridoio, in un giornale: così si usa, in politica. O piuttosto, cercherebbero dimenticare anche questa, come tante altre hanno dimenticate. Voi siete novello, mi pare: vi restano molte cose da imparare. Una, vedete, ve la insegno io: in politica non si risponde mai subito, mai in faccia, mai direttamente. O si dimentica o si aspetta.»

«E se vi rispondessero subito?» replicò Sangiorgio, sempre più freddo.

«Ma che! Figuratevi, mio caro deputato novello, che da cinque anni a questa parte vado dicendo tutta la veritài, a tutti quanti, su fatti, uomini e avvenimenti, gridando, strillando, per sollievo del mio fegato. Avesse qualcuno il coraggio di difendersi, di rispondermi sulla faccia! Nessuno, nessuno, caro il mio deputato nuovo.»

«E perchè?» domandò Sangiorgio, tenendo gli occhi fissi sulla carta dove aveva scritto come se meditasse.

«O bella! perchè i vecchi hanno esaurito la quantità di coraggio che avevano, se ne hanno mai avuto: e i giovani non hanno ancora cominciato a usare la propria, se ne avranno mai una.»