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la mano tagliata. | 103 |
ni, con un lieve sorriso, toccando il suo mustacchio biondo.
— Avete ragione. Ma chi sarà costui?
— Non lo so.
— La vostra Rachele non vi ha mai parlato di un rivale?
— Mai; ma avrà taciuto per prudenza.
— Credete a un rivale?
— Credo a un rivale ignoto, respinto e perverso: un essere bizzarro, certo, e capace di ogni nefandezza, — disse Ranieri Lambertini, con una certa esaltazione.
— Anche voi! — disse Roberto Alimena.
— Come, anche io?
— Dico che qualche altro, nella vita, si è potuto trovare a contatto con esseri simili, — soggiunse, vagamente, Roberto Alimena, per non manifestare il suo caso.
— Forse, ma non come me. Sono sicuro di dover trattare con un atroce malfattore!
— E perchè non indagate?
— Rachele è muta e teme peggio, forse.
— E perchè non fuggite?
— Lo farò.
— Presto?
— Al più presto. Ve lo confido in amicizia.
— Potete contare sulla mia segretezza. Ma non dite che vi seguono?
— Sempre!
— Sapranno il vostro piano.
— No. È troppo ben combinato. —
Roberto Alimena sorrise, pensando al proprio piano che fra due giorni egli avrebbe messo in esecuzione.
— La fanciulla è decisa?
— Teme sempre, che la sua fuga faccia morire il suo vecchio padre che l’adora. Ora, però, non esita più.