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110 | la mano tagliata. |
saliva il Corso, da piazza del Popolo a piazza Venezia. La carrozza di Héliane era distante tre o quattro carrozze e non si vedeva nulla.
— Héliane?
— Roberto!
— Bisogna che assolutamente sappiamo chi vi è in quella carrozza.
— Un’avventura? — diss’ella, con voce un po’ alterata.
— No, no, cara. Ma una cosa grave, forse!
— Per te, Roberto?
— Per me e per Ranieri.
— Un duello?
— Non domandare, cara, neppure noi ti sapremmo rispondere. Si tratta di cosa seria. Cerchiamo raggiungere quella carrozza. —
Allora, tutti e tre, un po’ turbati, i due uomini certamente più di Héliane Love, si alzarono in piedi sul sedile posteriore della carrozza, per parlamentare al cocchiere.
— Si può raggiungere quella carrozza?
— Quella, quella, quattro carrozze innanzi!
— Osserva bene, Luigi, — disse Héliane.
— È impossibile, eccellenza, — disse il cocchiere crollando il capo — vi è la fila, e le guardie non mi lasceranno passare.
— Spezza la fila!
— Tanto non me lo lasceranno fare!
— E che si potrebbe fare per incontrarla di faccia, per arrivarle dietro? — disse Héliane, che si era eccitata molto, mentre i due giovani si guardavano esitanti.
— Eccellenza, voltiamo per un vicolo, qui a destra, e andiamole incontro per san Lorenzo in Lucina.
— E il giro non è troppo lungo? — osservò, tremando d’impazienza Roberto.
— E se ci sfugge? — disse Ranieri — mentre