Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/117

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la mano tagliata. 111

noi voltiamo a destra e seguiamo le vie interne, se essa prende una via interna anche?

— Eh, arrischiamoci! — disse Héliane Love audacemente. — Tanto, ora appena la vediamo. — Pure, la vedevano ancora.

— Volto? — disse il cocchiere, all’angolo di via san Giacomo.

— Sì, purchè tu faccia in un baleno le strade interne. — Prima di voltare i due giovani misurarono con l’occhio la lentezza delle vetture e s’impressero bene in mente che vetture precedevano e seguivano quella del fantasma. Vi era una vettura di diavoli rossi, prima: e tre signore sole senza maschera dopo.

Intanto, il cocchiere aveva già voltato per san Giacomo non trottando, ma galoppando per via Ripetta, che a quell’ora per fortuna era deserta. Le tre persone erano mute, divorate dall’ansietà. Héliane Love già esaltata da quell’ambiente romantico, i due giovani oppressi dal desiderio di un po’ di luce. Quando imboccarono via in Lucina e si andarono a fermare all’angolo del Corso, presso il Circolo Bernini, guardando l’orologio erano passati quattro minuti. Avevano divorato la via.

— Non sarà mica passata, la vettura del fantasma? — domandò Héliane Love un po’ ridendo.

— È impossibile, — disse Roberto.

— È impossibile, — disse Ranieri.

— Salvo che abbia voltato, — soggiunse il cocchiere — non è passata. —

In piedi, tutti e tre guardavano verso il fondo del Corso con ansietà viva. Ancora nulla si vedeva, ma le carrozze andavano appena a un mezzo trotto.

— Dite al cocchiere che cosa dovrà fare, — disse Héliane, da donna preveggente — quando apparirà la carrozza.

— Restate fermo, Luigi, sino a che essa sia pas-