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138 la mano tagliata.


— Signorina.... — disse l’altra, esitando.

— O adesso, o mai più, — replicò Rachele, con voce ferma e bassa.

— Ma è notte profonda!

— A momenti spunta l’alba. Prendi il tuo scialle, sbrigati.

— Signorina, siamo sole!

— Hai paura?

— No, ma.... — ed esitava ancora, mentre si avvolgeva la testa e le spalle nello scialle.

— Andrò sola, se hai paura!

— Per amor di Dio, non fatelo, — disse la serva, levandosi. — Dove andremo?

— Da Ranieri Lambertini.

— A quest’ora?

— Sì; non mi hai detto che mi aspettava sempre?

— Sì; è vero.

— Non conosci il suo indirizzo?

— Sicuramente.

— Ebbene, andiamo.

— Ma ci apriranno?

— Tanto busseremo che ci apriranno.

— Dio mio, Dio mio! — fece l’altra, segnandosi nell’ombra.

— Rosa, non mi hai tu spinta a questo passo?

— Sì, sì.

— Non mi hai detto che presso Ranieri Lambertini io ritroverò la felicità e la vita?

— Sì, signorina.

— Non sai tu che qui muoio? — disse Rachele, con voce soffocata dalla commozione.

— Ma perchè questa notte? Perchè?

— Da domattina temo le vendette più terribili; forse mio padre mi chiuderà in casa; forse mi condurrà via da Roma; forse mi darà nelle mani di lui.... Domattina, Rosa, sarebbe troppo tardi.

— Avete ragione, — disse la serva, decidendo-