Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/156

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150 la mano tagliata.

a trovare, che io lo veda, prima di morire! — gridò Rachele, prendendo le mani di quel servo, pregandolo.

— Figliuola mia, a che serve? — disse il portinaio, che aveva le lacrime agli occhi. — Purtroppo quegli scellerati gli hanno dato un colpo mortale.

— Ah! Marcus Henner! Marcus, l’assassino! — gridò, come una pazza, Rachele Cabib. — Ditemi dov’è, per l’amor di Dio!

— È stato ferito alla porta della contessa Clara Loredana.

— Andiamo, — disse Rachele, senza badare a quel nome.

— Dove andate, dove andate? Il conte pare sia stato ferito per causa di donne ed è stato portato in casa della contessa, perchè lo hanno ritenuto agonizzante. Là è andato suo zio, poveretto!

— Andiamo, — ripetè tetramente Rachele Cabib.

— Ma se quella è la casa della sua amante! ... — disse il portinaio. — Per lei, lo hanno colpito. Pare che l’assassino sia un rivale: il conte Roberto Alimena. Lo hanno arrestato. — Gli occhi di Rachele Cabib lampeggiavano di follìa.