Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/175

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la mano tagliata. 169


Una singolare espressione di contrasto si manifestò sul viso di mistress Elisa Jackson. Pareva che una metà del suo essere acconsentisse a quello che diceva il dottore e che un’altra metà vi si opponesse. Non rispose. Una pena estrema agitava quel corpo e quel viso.

Allora il medico le si sedette dirimpetto, con le sue ginocchia contro le ginocchia della donna mezzo addormentata, guardandola coi suoi occhi cristallini e verdi, applicandole, a intervallo, le sue mani scarne e ossute sulle tempie.

A poco a poco, il senso d’inquietudine che regnava sulla fisonomia di Elisa Jackson si venne dileguando: ella chiuse gli occhi e una serenità le si diffuse sul volto. Allora, Marcus Henner si staccò un poco da lei e la guardò, con occhio d’ammirazione.

Immersa in quel letargo, Elisa Jackson era veramente graziosissima, con la testa un po’ inclinata sopra una spalla; il gentile volto era bianco come un giglio e un leggiero colorito roseo vi saliva, a traverso la finezza della pelle. La bella bocca, un po’ pallida, era schiusa sui denti bianchi e lucidi; e quasi sorrideva.

Stette qualche tempo, Marcus Henner, a guardare quella donnina, presa oramai completamente dal sonno ipnotico. Poi, le riprese le mani. Elisa Jackson gliele strinse lievemente e il sorriso delle sue labbra aumentò:

— Emilio, Emilio, — disse, con voce fioca e tenera.

Il viso di Marcus Henner si contrasse, quasi una emozione invincibile lo dominasse. Due volte, il suo viso si chinò sul viso della dormiente, ma se ne staccò subito.

— Emilio, ti amo, — mormorò la ipnotizzata, sorridendo sempre più.

Allora l’espressione singolare del viso di Mar-