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168 | la mano tagliata. |
— Mai, mai, — replicò lui, abbassando la testa sul petto.
— Le donne non hanno cuore, — mormorò Elisa Jackson, a voce bassa.
— Sono brutto, sono deforme.... — disse lui, con tono triste.
— Non conta! Siete un salvatore dell’umanità, siete il Maestro! Ah salvatemi, ve ne scongiuro! — disse Elisa, con le lagrime agli occhi.
— Mia buona mistress Elisa, la vostra immaginazione è più malata del vostro corpo, — disse Marcus Henner, alzandosi e venendo a lei.
— Guarite il mio corpo e la mia fantasia guarirà subito, — replicò la tisica, ostinatamente.
— Non pensate tanto, — disse Henner, a voce bassa, prendendo una mano della signora Jackson e carezzandola.
— Vorrei.... — disse costei, a voce bassa come quella del medico.
— Bisogna pensare di non aver nulla, di stare perfettamente bene, di essere giovane e bella, per mister Emilio Jackson.... — riprese, lentamente, con voce che s’insinuava singolarmente, Marcus Henner.
Adesso, lo strano dottore gobbo aveva preso ambedue le mani di mistress Elisa Jackson e vi passava le dita sopra, con una carezza lenta e molle. Costei socchiudeva gli occhi, un poco, come se cadesse in un sopore, ma li riapriva subito: il bell’azzurro delle pupille nuotava in un grande languore.
— Come vi sentite? — le disse, piano, all’orecchio, il medico gobbo, sfiorandole la guancia con l’alito.
— Meglio, — ella disse, con gli occhi socchiusi.
— Credete di esser guarita? — replicò Marcus Henner, parlandole nel volto, con voce bassa, ma imperiosa.