Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/188

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182 la mano tagliata.

spie.... puoi vegliare su me, come sopra un condannato a morte.... non mi avrai.... non ti amerò.... —

Ma già, sotto la potenza dello sguardo di Marcus Henner, ella balbettava: uno smarrimento strano si dipingeva nei suoi occhi che, a volte, erano socchiusi, come se non potessero reggere le palpebre sollevate, a volte si spalancavano, stralunati, come se vedessero un orribile spettacolo. Adesso, Marcus Henner concentrava tale una forza di volontà nel suo sguardo che ella chiuse gli occhi e sarebbe crollata, se egli non si fosse trovato pronto a sostenerla. Due o tre volte, mentre egli le passava lentamente le dita sulle tempie, una espressione di dolore si manifestò su quel volto. Ma subito si diradava.

Ma, di nuovo, egli strinse fra le sue mani fredde e scarne la fronte di Maria che era immersa nel sonno ipnotico, ma che non aveva perduta perfettamente la coscienza. Pian piano, la lotta che i due principî, della vita e del sonno, facevano fra loro, parve si dileguasse completamente e una perfetta serenità regnò sulla fisonomia di Maria, come, poco prima, su quella di Elisa Jackson. Anche il volto pallido di Maria si era trasfigurato e le linee convulse di una fibra sempre in orgasmo avevano subìto una trasformazione.

Il volto bello, ma consunto dai dolori, dalle preghiere, aveva riacquistato come una giovenilità novella; un amabile sorriso era vagante sulle labbra della dormiente, come se ella sognasse il più bel sogno.

Quando la vide addormentata perfettamente, Marcus Henner cinse con le magre ma poderose braccia il corpo di quella donna, e sollevandolo senza nessuno sforzo, lo trasportò nella principesca camera, deponendolo sopra un divano. Poi, le compose le vesti, intorno, come a un bimbo che