Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/189

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la mano tagliata. 183

si è addormentato, e le ravviò i capelli sulla fronte. Il divano era basso: Marcus Henner s’inginocchiò sul tappeto bianco, formato da una pelle d’orso di Russia, e si mise a parlare all’addormentata, piano:

— Maria?

— Che vuoi? — disse la voce dell’ipnotizzata, senz’asprezza, ma parlante nel sonno, come di lontano.

— Mi senti?

— Ti sento.

— Mi comprendi?

— Ti comprendo.

— Sai che cosa voglio, da te? —

Come un’ombra scura passò sulla fronte della dormiente.

— Sai che cosa voglio? — replicò il medico, a voce bassa, ma con forza.

— Lo so, — disse la ipnotizzata, dopo un minuto di silenzio.

— E che cosa è? —

Ancora una nuvola su quella fronte pura!

— Tu vuoi, Marcus Henner, che io ti ami, — disse la dormiente, dopo un grave sforzo per trovare la voce.

— Sei disposta a obbedirmi? — Un profondo sospiro escì dal petto di Maria.

— Vuoi obbedirmi? — disse, duramente il gobbo, tenendo il suo viso presso quello dell’ipnotizzata.

— Sì, — disse finalmente costei con voce fievole.

Un diabolico sorriso di trionfo aleggiò sulla mostruosa faccia di Marcus Henner. Ancora una battaglia che egli vinceva contro la volontà di quella donna e contro il proprio destino!

— Sei pronta? — disse.

— Sì.