Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/239

Da Wikisource.

la mano tagliata. 233


«— Giuocava, aveva donne, amori?

«— Come tutti gli altri gentiluomini.

«— Qualche cosa di particolare?

«— Nulla che io sappia.

«— Credete che abbia potuto suscitare l’odio, la vendetta di qualcuno?

«— .... non credo, — dissi io, dopo un minuto di esitazione.

«— Corteggiava egli la contessa Clara Loredana?

«— Non so: ma non credo.

«— Pure, ci veniva spesso.

«— Lo so: ma senza idea di amore.

«— Che ne sapete?

«— Me lo ha detto, — risposi io, imprudentemente.

«— Ah! dunque parlavate dei vostri amori! E voi eravate, siete corteggiatore della contessa Loredana?

«— Questa domanda mi pare superflua.

«— Non credo. V’insisto.

«— Siamo in casa di lei, signor delegato.

«— Sta bene. Rifiutate rispondere?

«— Rifiuto.

«— Prendo nota di ciò.

«— Fate pure.

«— Supponete chi abbia potuto commettere il delitto? — mi chiese il delegato, dopo una piccola pausa.

«— Non lo suppongo.

«— Neppure la più piccola supposizione?

«— Neppure.

«— Non ha potuto ferirsi da sè, il conte Ranieri Lambertini.

«— È evidente.

«— D’altronde, non pare fosse inclinato al suicidio.

«— No, era un uomo felice. Era amato.