Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/251

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la mano tagliata. 245


vare qualcuno di quei poliziotti, che perpetuano l’eredità del signor Lequoc. Se anche colà non dovessi trovare il mio uomo, o i miei uomini, per formare la mia polizia segreta, andrò a cercarli a Londra, dove la polizia ha quelle tradizioni che voi sapete.

«Ma tutto questo non è ancora certo: scrivetemi a Milano, aiutatemi, vogliatemi bene, beneditemi.

«Roberto Alimena.»


Una lettera del professor Silvio Amati giunse a Milano all’indirizzo del conte Roberto Alimena due giorni dopo che egli ne era partito. I suoi servi gliela rispedirono a Parigi, al Grand Hôtel; egli non vi era rimasto che due giorni, pur lasciandovi le valigie, dicendo che vi sarebbe ritornato, e facendosi indirizzare le lettere a Londra Hôtel Piccadilly. La lettera del professore Silvio Amati conteneva poche righe.


IV.

sulla traccia del mostro.

Il conte Roberto Alimena era giunto in Londra in una giornata di bel tempo. Bel tempo relativo, naturalmente, al clima inglese: vale a dire, che non faceva freddo, non pioveva, e qua e là, a traverso lo strato bianco delle nuvole, si vedeva qualche lembo di cielo di un azzurro sbiadito. Egli conosceva già Londra, per esservi capitato due o tre volte, ad intervalli, restandovi un paio di settimane alla volta. Quel paese gli piaceva molto. La natura raffinata, indolente e fantastica del conte Alimena molto si confaceva a quell’ambiente dove l’estetica è la veste della comodità e dove il lusso