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282 | la mano tagliata. |
— Io ho paura di lui, — disse John, a voce bassa, con accento cupo.
— Ma volete salva lei? La volete salvare? — insistette Roberto Alimena, comprendendo che quello era il mezzo per agire sul servo.
— Vorrei.... credete che lo vorrei.... con tutto il cuore.... ma mi sembra impossibile.
— Perchè impossibile?
— Marcus Henner è troppo forte, è troppo possente, non arriveremo a deludere la sua vigilanza.
— Se ci aiutate, ci giungeremo.
— Morremo tutti.
— Non importa! — esclamò Roberto, con voce soffocata.
— Io non ho voglia di morire, signore, — disse John.
— Vedrete, che la salveremo e che niuno morrà, — ripetè Roberto che cercava di suggestionare il servo, con la sua voce, col suo ardore.
— Se anche ci riuscisse, Marcus Henner ci raggiungerà: egli ottiene tutto quello che vuole.
— Ma non l’amore di Maria! — disse Roberto Alimena, a denti stretti.
— Che ne sapete, voi, signore?
— Me lo avete detto: lo spero! — egli dichiarò.
— Ma chi siete voi, signore? — chiese John scosso fra la fiducia e il sospetto.
— Un nemico di Marcus Henner, — disse limpidamente Roberto Alimena.
— Perchè lo odiate?
— Perchè, senza ragione, mi ha fatto il massimo male.
— È una lotta, fra voi?
— Lotta terribile; ma io vincerò.
— Marcus Henner è il più forte tra gli uomini, — disse John, con sfiducia triste.
— Vi è Dio, che ci aiuta, — disse Roberto.
— La signora ha tanto pregato Iddio!