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290 | la mano tagliata. |
do furibondo a Roberto. — Gli alberghi sono pericolosi.
— E dove, allora?
— Qui, — disse Leslie.
— Nella strada?
— Sì: è la più sicura.
— Sta bene: alle undici, — disse John. — Lewis deve ritornare presto a casa. Henner ha bisogno di lui nella notte.
— Alle undici, va bene, — disse Roberto.
— Però, siate cauto. Non parlategli male di Marcus Henner: non ditegli che l’odiate. Egli lo ama.
— Resterà con lui, allora?
— Sì: suppongo che ci aiuterà segretamente.
— Tanto meglio, allora, — disse Dick. — Bisognerà corrompere qualcuno?
— No. Non è necessario.
— Bisognerà chiedervi una parola di onore, John?
— Non credo, — disse lui, semplicemente. — Faccio questo, per il bene della signora. Nè vi chiederei denaro, se non dovessi fuggire all’ira di Marcus Henner.
— Va bene, siete un galantuomo, — disse Roberto, con voce commossa.
— È certo che Lewis non ci tradirà? — chiese Dick Leslie, che era sempre pieno di dubbi.
— È anche un galantuomo.
— Non diceste che era l’alter ego di Henner?
— Sì: colui lo domina. Ha finito per imporsi a lui. Lewis lo ammira ed eseguisce tutti i suoi orni. Ma ama di più la signora Maria.
— Allora, John, buona notte.
— Buona notte, signore: buona notte, Dick. —
I tre uomini si separarono.
Quando Dick Leslie e Roberto Alimena rimasero soli, si guardarono in viso, nell’ombra: il gio-