Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/386

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380 la mano tagliata.

tormentata, quella infelicissima, che ella aveva fatto quindici anni di purgatorio in terra. E, d’altronde, ho sempre creduto che Iddio fosse misericordioso ai peccati dell’amore, che si espiano sulla terra, tanto che anche la Margherita, di Faust, la infanticida, sale in cielo per la misericordia di Dio. La mia Maria era così dolce, così amorosa, così veramente buona! È vero, ella era morta suicida. Suicida! Aveva proprio voluto uccidersi? ella così felice, ella che mi amava, ella che avrebbe voluto ringiovanire per amarmi di più e meglio? Suicidarsi? Era un suicidio, quello, o un assassinio? Non aveva ella forse obbedito a un ordine? non aveva forse, qualcuno, infranto la sua volontà? Non era contro un potere ignoto che ella aveva combattuto tre ore, in quella notte — ella che non voleva morire — ed era, poi stata vinta? non mi rimase che comporre la salma della mia amata nelle tre casse, di piombo, di legno e di velluto, e seppellirla nel piccolo fiorito cimitero di Cowes, e pregare sulla sua tomba la pace del Signore e piangere su quella tomba le mie ultime ardenti lacrime; sì, così. Ma compiuto tutto quello che la mia adorazione mi consigliava, per onorare il ricordo della bene amata, io avevo da compiere un alto ufficio, imprescindibile ufficio di vendetta. Io dovevo togliere dal mondo Marcus Henner; per le mie mani questo mostro doveva perire. Non già in duello, giacchè il duello è fatto per i gentiluomini ed egli era un assassino; non già ucciderlo in un agguato come egli aveva fatto per la mia diletta Maria, perchè questa è un’azione da vigliacco; ma ucciderlo alla luce del sole, con le mie mani, lungamente, lentamente, vederlo soffrire, godere delle sue sofferenze, ridere delle sue sofferenze, schiaffeggiarlo, agonizzante, e sputargli in volto, agonizzante! Giurai sulla testa innocente della mia povera Maria, che avrei eseguito da me,