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la mano tagliata. | 391 |
— Chi l’ha trovato?
— Un custode del cimitero.
— E costui lo ha dato a Roberto?
— Sì; costui lo ha conservato e quando Roberto è andato per la solita visita quotidiana, al camposanto, glielo ha dato.
— E non fu visto chi lo deponesse colà?
— No.
— A quale ora?
— Pare, nella notte. Il manoscritto era molle di rugiada mattinale, malgrado il suo involucro di pergamena.
— È strano, è strano!
— Marcus Henner deve aver approdato di notte, a Cowes, come nella notte del delitto. Il cimitero è poco lontano dalla riva. Avrà scavalcato il muro del camposanto che non è alto.
— Di notte?
— Di notte. Egli non temeva nulla, — disse Dick Leslie.
— Credete che ora tema qualcuno? — domandò Ranieri, senza intendere bene.
— Eh! Chi sa!
— Roberto ha letto questa lettera?
— Sì.
— Ed ha pensato di mandarmela?
— Sì.
— E perchè?
— Ma leggetela, in nome di Dio! — gridò l’agente di polizia, a cui era scappata la pazienza.
— Avete ragione, — mormorò lentamente Ranieri Lambertini. — Il mio spirito è molto fiacco in questo momento e non vorrei rabbrividire di orrore, ancora una volta.
— Rabbrividirete, — disse Dick.
— Voi conoscete il contenuto di questa confessione?
— Sì: è atroce!