Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/404

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398 la mano tagliata.

io sono passato a traverso la vita, senza vederla, studiando sui libri e sulle erbe, interrogando tutte le sorgenti dell’esistenza, conoscendo i segreti della scienza e della magìa, imparando tutti i misteri del magnetismo e dell’ipnotismo. Presto, a ventidue anni, io era più forte, più sapiente di mio padre e di mia madre presi insieme: eravamo sempre poveri, ma la mia superbia non aveva confine.

«Di già la fama della mia sapienza si era diffusa nella popolazione ebrea e cominciavano a venire a consultarmi, i più poveri, i più infelici; e io li curava per nulla, alcuni guarendoli fittiziamente, sotto il potere dell’ipnotismo. La mia reputazione cresceva, ma non la mia fortuna; del resto, ero brutto e gobbo, anche giovane. Ciò, allora, non mi affliggeva molto, giacchè la scienza e il potere formavano il mio duplice ideale. Volevo essere ricco e grande; dopo, io pensava, sarei stato amato, adorato.

«Mia madre, che vedeva in me, non solo il figlio, ma il successore, non solo il sapiente, ma il dominatore dei popoli, me lo diceva sempre. Del resto, ella mi consigliava a essere casto, fino a che avessi avuto denaro e gloria: dopo, ella mi diceva, che avrei avuto a mia disposizione le donne più belle e più passionali. Difatti, per vari anni non pensai alle femmine; ero egoista, volevo accumulare una fortuna e prendere un posto altissimo nella società israelita.

«E, difatti, usando di quell’arme sicura e implacabile dell’ipnotismo, che ci dà nelle mani le persone e le loro volontà, le anime e i loro segreti, io arrivai ad esercitare un dominio straordinario su quelli che mi circondavano e su quelli, più lontani ancora, che venivano a me. Ma specialmente sui cristiani, io ho esercitato tutta la mia forza d’ipnotista e tutti i segreti della magìa di mia madre. Ah, come li ho odiati bene questi