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84 la mano tagliata.


non avevano nessuna traccia di stanchezza. Roberto Alimena si scosse dal suo torpore e si levò.

— Hai aspettato molto? — chiese lo scienziato.

— Non importa, — disse Roberto, fissando Amati negli occhi.

— Ho voluto veder tutto.

— Tutto?

— Tutto quello che si poteva vedere, — soggiunse Amati, pianamente.

— Dunque? Io muoio di ansietà, professore!

— Sii calmo e saprai. Anzitutto, riapriamo questa scatola. — Bella, bianca, la mano tagliata, tutta gemmata, riapparve fra loro. Involontariamente, Roberto Alimena la guardò con attenzione.

— Non le ho fatto male, — disse il professore, come se si trattasse di una persona.

— Oh, grazie!

— Tu sei innamorato di questa mano, è vero?

— Forse!

— Essa appartiene a una persona giovane, — cominciò il professore — non oltre i venticinque anni.

— Da che lo desumete?

— Dai tessuti, dalle fibre. La donna a cui è stata tagliata, non ha di più, certo. È bella, cioè sana anzitutto, come si osserva dalla pelle, dalla forma della mano, dal colorito delle unghie.

— È bella, n’è vero?

— Una donna di temperamento sanguigno, nervoso, di carnagione chiara e vivida, di capelli castagni che piegano al nero, di statura media, molto ben fatta.

— E gli occhi e la bocca? — chiese Roberto.

— Questo mi è impossibile di dirtelo. Una mano e un braccio dicono tanto e non più. Questa donna, anche, deve esser ricca, giacchè la mano non dà nessun segno di aver lavorato, mai, nep-