Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/114

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104 la virtù

salivano le lagrime agli occhi per l’umiliazione, ma cercava di non piangere.

— Maddalena mia, io ho da uscire, per vedere un’amica, la signora Isolina, per un affare; piove, e Toto s’è portato l’ombrello. Per favore, me lo prestereste l’ombrello vostro?

— Con tutto il cuore e che le pare, signora mia! Si trattasse di quella beghina falsa di Susanna, direi di no, chè quella non darebbe un sorso di acqua a un moribondo. Ma per voi, cara signora mia! La disgrazia, vedete, è che non ce l’ho, chè mio marito se l’è portato via da stamane e io avevo da andare ai Coronari e nemmanco ci son potuta andare. Se aspettate che torni, all’Avemmaria...