Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/42

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32 la virtù

Altavilla, suoi cugini, avevano un castello. Vi era freddo laggiù: ella rabbrividiva qui: le lagrime le salivano agli occhi. Toto Primicerio si lasciava vincere dall’irresistibile sonno degli uomini adiposi, che hanno molto mangiato e molto bevuto. Ella rivolgeva a suo marito certe timide occhiate, quasi supplicando di non addormentarsi: Toto, come tutti gli uomini grassi, russava. Toto non capiva e, disteso sulla poltroncina, ogni tanto chiudeva gli occhi e abbassava la testa sul petto. Alla fine uno sguardo di Checchina lo svegliò, come una scossa elettrica: egli si levò, arrivò sino alla finestra, guardò nella strada per avere un’aria disinvolta, poi uscì dalla stanza, d’un tratto so-