Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/44

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34 la virtù

sentiva quel molle profumo di violetta, che le dava un intenerimento ai nervi. Il marchese d’Aragona aveva ancora abbassato il tono della voce: ora le diceva della propria casa, un quartierino da scapolo, dove egli passava delle lunghe ore solitarie.

— Perchè non vi ammogliate, allora? — disse ella, ingenuamente.

Poi si pentì della soverchia familiarità. Egli non rispose alla domanda: vi fu silenzio.

— La casa è solitaria — mormorò egli, di nuovo, guardando Checchina — in quella malinconica via dei santi Apostoli. La conoscete? Sì?... mi fa piacere. Non il palazzo di Balduccio Odescalchi, il principe Odescalchi, un mio amico: no, quello ac-