Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/94

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84 la virtù

sognanti le sensazioni della mitezza ombrosa, della mollezza calda, del silenzio profondo, della carezza voluttuosa delle cose ricche e belle.

Ma l’alba la buttava in un sonno plumbeo, da cui invano, per mezza ora, tentavano di destarla gli strilli e i borbottamenti di Toto. Si levava spossata, con la bocca amara e pastosa, esaurita dall’insonnia. Ogni mattina Toto gliene inventava una.

— Sarà stata la braciola di maiale che t’ha fatto male, Checca mia.

— Se ti senti male, perchè non prendi il citrato di magnesia effervescente? È una bibita piacevole e ti spazza lo stomaco come una scopa.

— Checca mia, più ti guardo e più mi pare che tu debba avere della