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L'amante sciocca 245


Adele Cima, volendola insieme, sempre, come emblema di amore e di pace, come compagnia di equilibrio e di serenità, egli la conduceva seco, spiegandole benignamente tutta la grandiosità e la bellezza di quel paesaggio, che non rassomiglia a nessun altro. Ella lo ascoltava, incantata dal suono di quella voce così toccante nella sottile velatura che la rendeva un po’ roca, incantata da quella luce di entusiasmo che rendeva più seducenti i bellissimi occhi di Paolo Spada, incantata dall’armonia di quello che egli diceva: e chinava il capo, assentendo, diceva un monosillabo, stringendo la mano del suo amante. In verità, quella campagna romana la sgomentava; quella solitudine, quella sterilità, quel gran fiume torbido, quei neri carri di pozzolana su cui passavano lunghi distesi, sonnecchiando, pipando, fischiando lugubremente, talvolta, i carrettieri, le opprimeva i nervi. Però, piaceva a Paolo: ciò bastava. Lo seguiva, docilmente, ogni giorno, in queste passeggiate: anche quando il tempo era bigio, plumbeo e il gran cielo così tragicamente