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246 L'amante sciocca


si abbassava sulla campagna: ogni tanto egli esclamava:

— Guarda, Adele, quanto è bello....

— Bellissimo — rispondeva lei, subito.

Viceversa, il suo cuore era pieno di tristezza, per quell’ambiente. Fra le altre cose, ella temeva per Paolo e anche per lei, di prendere la febbre in quei giorni di autunno, in quelle ore crepuscolari. Ella che non aveva l’abitudine di fumare, gli chiedeva una sigaretta. Le avevano detto che la sigaretta è eccellente, contro l’infezione della febbre romana:

— Tu fumi, cara?

— Sì, sì — diceva lei, con un pallido sorriso.

Ma presto la sigaretta, spenta, le cadeva dalle dita. Ella si stringeva nel suo mantello. Aveva i piedi gelati e non osava mai portare un plaid, per non dare fastidio a Paolo. Costui, assorto, taceva. Giacchè, nella consuetudine che aveva dapprima di andar solo nella campagna romana e nel gran fascino che quell’ambiente esercitava su lui, egli si dimenticava di avere accanto Adele Cima e lasciava