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Sogno di una notte d'estate 323


— Ah! — disse ella, senz’altro, chiudendo gli occhi, mentre le labbra le tremavano.

E Massimo non seppe, o gli mancò la forza di spiegare, di modificare la sua scortesia. Alta già sopra Capri, la luna imbiancava tutta la via marina di Santa Lucia, dove mille lumicini si agitavano, dove i trams, carichi di gente che andava verso Posillipo, passavano, ogni cinque minuti a suono di cornetta, dove le venditrici ambulanti di acqua sulfurea davano il loro richiamo, dove i pescatori accovacciati nelle nasse, fumavano la pipetta corta che aveva lo stesso colore della loro pelle. Appoggiati al largo parapetto che dà sulla via inferiore di Santa Lucia e sul mare, uomini e donne godevano la prima brezza notturna che si era messa al sorgere della luna; si udiva suonare il pianoforte nel salone all’Hotel de Rome, il salone che dà sul mare; laggiù, laggiù, verso il Wermouth di Torino, dei cantori ambulanti cantavano. Negli equipaggi signorili, passavano le donne in abiti chiari, coi diamanti che scintillavano alle orecchie. Do-