Pagina:Serao - Storia di due anime, Roma, Nuova antologia, 1904.djvu/103

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storia di due anime 101

che fu martirizzato a Pozzuoli, e che ha sempre impedito, col cenno della sua potente mano, alla lava del Vesuvio, di distruggere la città da lui protetta. Il grande vescovo aveva la sua statua sul finire: semplicemente, essendo egli rappresentato mitrato, col pastorale nella mano e col manto vescovile chiuso sul petto da una gemma, e il divoto che voleva tale statua essendo ricco e munificente, era stabilito che la mitria fosse di vero argento, il pastorale con l’arco d’argento e che, sul petto, posasse un’ametista vera e non dipinta, circondata da una polvere di brillanti. Ancora, un sant’Antonio di Padova, il Taumaturgo, in mezzo busto, ma mezzo busto al naturale, anche esso riccamente stuccato, aspettava un grande giglio di argento, il suo fiore favorito, il suo fiore simbolico, che egli porta fra le dita. Tutte queste statue, erano in lavorazione, più o meno avanzata, e, dal fondo della bottega dei santi, ove tanto tempo era stata, coperta ermeticamente di tela grigiastra, tanto da nulla lasciar discernere, la grandissima statua della Madonna Addolorata, era stata avanzata, un poco, in avanti: le tele, in alto distaccate, lasciavano vedere solo il suo viso, levato, rivolto al cielo, un viso, ove un dolore profondo si esalava, nell’espressione più tragica, negli occhi lucidi di lacrime che, quasi, scorrevano. Sul cranio, erano appena accennati, dipinti, dei capelli oscuri: il resto del corpo, pareva informe, avvolto, com’era, in quella camicia scurastra. Quella statua doveva esser magnificamente vestita di una tunica di grossa seta nera,