Pagina:Serao - Storia di due anime, Roma, Nuova antologia, 1904.djvu/104

Da Wikisource.
102 storia di due anime


ricamata di oro, e di un manto nero ricamato di oro, il manto fermato sul capo, da una corona di argento; doveva portare un soggolo di fine battista bianca piegolinata, e, sul petto, in giro, sette spadette di argento, i Sette Dolori, e, nella mano, un fazzoletto di batista bianca, con un orlo di prezioso merletto, il fazzoletto per tergere le lacrime. Tutto questo, mancava. Il pittore non aveva eseguito che il volto dolente: una piccola piattaforma, con tre scalini, in legno, lo aveva elevato, nelle ore di fatica, sino alla testa della grandissima statua; e, in verità, quel viso pallido, alto, con quegli occhi semplici, quella bocca schiusa e contorta dai singhiozzi, quel volto di Addolorata, sovra la gran tunica senza linee, brunastra, produceva una impressione di sgomento e di tristezza. Tutt’azzurra, tutta rosea, stellata, stellante, sorridente di castità, la Vergine, nella sua figurazione della Immacolata Concezione, racconsolava tutti coloro che, involontariamente, fissando le ombre della bottega, scorgevano, lassù, emergente dagli scuri panni, il viso straziato dell’Addolorata. E questa statua aveva anche la sua storia singolare. Già due volte, in due anni, il misterioso gentiluomo che l’aveva ordinata, in segreto, a Domenico Maresca, era apparso, inquieto, agitato, chiedendo che si lavorasse a tutto andare, per consegnargli la sua Madonna Addolorata, offrendo danaro, molto danaro, tutto il danaro necessario, e il superfluo, anche, perchè il suo voto, ardente e celato, si compisse e la Madonna Addolorata di cui la festa ricorre in ottobre,