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non l’affiderete a nessuno, e che dopodomani, all’alba, verrete qui, solo, a riaprire, per la consegna.

— Lo prometto.

— Non mando a rilevare domani, la Madonna, per mie ragioni particolari; e me ne dispiace, ve lo assicuro. Ho aspettato tanto, e, ora, queste ventiquattro ore mi seccano. Non vi è che fare! Alle volte, nè la volontà, nè il danaro, bastano a togliere un ostacolo materiale. Pure, Maresca, mi fido in voi che, per contentare il mio desiderio, nessuno vedrà, qui, la mia Madonna e nessuno saprà ove io la mando. È il mio desiderio! Che fate, ora, quando me ne sarò andato?

— Se vi piace, chiuderemo.

— Ecco. È festa. Chiudete subito.

Raccolti in un angolo, lontani, in una paziente aspettativa, gli altri nulla avevano udito di questo dialogo, avvenuto a bassa voce. Ancora una volta, il gentiluomo mise gli occhi sul viso della Dolente e ve li tenne, intenti, ardenti, riflettenti un dolore torbido e intimo. Poi, scosse il capo, e mettendo la mano in tasca, ne cavò il portafogli.

— Per voi, Maresca — gli disse, consegnandogli un biglietto azzurro di mille lire.

Il pittore dei santi ringraziò semplicemente, chiudendo in un vecchio e sdrucito portafogli il prezzo delle sue lunghe e buone fatiche. E, man mano, il gentiluomo donò cento lire alla ricamatrice, cinquanta allo stuccatore Ursomando, venti lire a ognuna delle due ragazze ricamatrici, dieci lire al piccolo sciancato, e ognuno di costoro volendo esplo-

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