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188 storia di due anime


— Perchè Anna ha rubato le vesti della madonna, che costavano seimila lire, e gli argenti, e ogni cosa: perchè io debbo consegnare, domattina, la statua della Madonna a chi l’ha ordinata e pagata, sino all’ultima lira.

— Dì che non è finita.

— Non posso. Egli l’ha vista, finita. All’alba, la manda a prendere.

— Va da lui, digli tutto.

— Non so dove abita.

— Cercalo, gittati ai suoi piedi.

— Non so chi è.

— Oh Dio! — esclamò lei, disperata.

— Sono perduto, Gelsomina. Bisogna che dimentichi di esser un cristiano, e che mi uccida ai piedi di questa Madonna.

— No — disse lei, con forza.

— Bisogna che lo faccia. Non posso esser chiamato ladro.

— Vuoi dannarti, dunque?

— Anna mi ha messo nell’inferno, per la vita e per la morte — egli conchiuse, con l’ostinazione della follia.

Ella lo guardò, stralunata.

— Tu vuoi ucciderti — gli gridò, nel viso, tenendogli le mani, bruciandolo coi suoi sguardi, ove ardeva la vampa della disperazione. — Vuoi ucciderti? E che avrei dovuto fare io? Cento volte, avrei dovuto uccidermi, io! Ero una fanciulla buona, ti volevo bene, mi hai respinta, non mi hai voluta, ed io mi sono lasciata prendere, da