Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/59

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piccolo. 49

ferente dall’occhio bigio e falso: invece pareva un piccoletto grasso e bonario, che ha ben mangiato, che è felice e che farebbe il possibile per la felicità altrui. Era in soprabito chiuso e si asciugava il sudore della fronte con un fazzoletto di battista, tutto profumato di verbena, un profumo dolcissimo: un brillante scintillava alla mano pienotta e bianca, la mano del capitalista contento e quieto. Riccardo quando aveva visto entrare il signor cavaliere, era rimasto interdetto, come confuso, e aveva levato gli occhi in faccia a suo padre, come interrogandolo: ma Paolo aveva conservato la sua serenità e la sua disinvoltura, aveva fatto un cenno con gli occhi al suo bimbo, quasi per rassicurarlo, come per dirgli: continua a pranzare e non curarti d’altro. Il signor cavaliere ascoltava i vivi discorsi dell’agente di cambio, tenendo chini gli occhi, facendo girare e rigirare il suo anello intorno al suo dito mignolo, e sorrideva. Completamente rassicurato sul conto del suo spauracchio, Riccardo gustava lentamente i piselli del piatto di mezzo, mentre Paolo si distendeva un po’ sulla sua sedia, stirando la sottoveste bianca, passandosi due dita nel goletto per allargarlo. Il signor cavaliere si divise dall’agente di cambio, si strinsero la mano, guardandosi, come se convenissero di un