Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/108

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98 la grande giornata.


Niente altro. Riccardo entrava nel giornalismo per la scala di servizio, come un muratore che venga a portare della calcina, come uno spazzacamino che venga a pulire la cappa del camino dalle fuliggini. Perchè non prendeva il cappello e andava via, se aveva un acino di dignità? Ma un piccolo di stamperia entrò, gli posò innanzi un fascio di bozze tutte molli e scappò via. Quando la sua penna si posò sulla carta e corresse il primo errore tipografico, una lettera capovolta, egli si sentì vincolato per sempre: la sua dedizione era completa. L’opera sua procedeva lenta lenta, ancora un po’ inesperta, egli cercava di ricordarsi del tempo quando aiutava suo padre alla correzione delle bozze: come l’ora passava, altre bozze giungevano, egli vedeva con un certo spavento accumularsi il lavoro, si confondeva, solo solo, nel crepuscolo triste di fuori, tristissimo nella penombra del camerottino. Si sbrigò alla meglio, trascurando varie correzioni: gli portarono le due prime pagine, già pronte alle cinque, tutte umide. Quella correzione delle pagine non l’aveva mai fatta, restò confuso, non sapendo dove mettere i segni: per fortuna vi erano pochi errori, li trasportò alla meglio, in cima o in fondo alla pagina. Durante il suo lavoro non aveva visto nessuno, chiuso nel suo