Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/112

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102 la grande giornata.

teva un po’ di calcina nei buchi del bell’edifizio. Quelle sue risposte troppo evasive, quella sua ignoranza avrebbero dato nell’occhio, certamente: e saputa la verità, quante beffe, che ironie, che umiliazione! Trascinato da un falso amor proprio, una sera, al caffè, disse:

“Leggete l’articolo di fondo: è del direttore, è molto bello.”

“Firma Baiardo?

“Sì.”

“Come va questo? Se il direttore è in Lombardia, nella villa del nostro direttore generale,” disse un impiegato alla guerra.

“Sarà ritornato,” mormorò, arrossendo, Joanna.

Non tentò più. Si lasciò andare, per una settimana, al lavoro di correzione, meccanicamente. E quel lavoro, ora se ne accorgeva, lo aveva privato del suo grande piacere quotidiano, serotino: la lettura del Baiardo. Prima, nel tempo della indipendenza, quando ancora non aveva sporto i polsi volontariamente alle catene, la prosa di Fantasio, ora argutamente scettica, ora malinconicamente sarcastica, sempre piacente, sempre originale, gli procurava un delicato piacere spirituale: la prosa di Scapoli aveva una eleganza muschiata, un profumo di salotto, una piacevolezza serena che lo tras-