Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/139

Da Wikisource.

la grande giornata. 129

a sedere: e seduto, cominciò a scrivere, come in sogno, sulle cartelle bianche che devotamente conservava sul suo tavolino. Non provava nessuna fatica e scriveva prestamente, come trasportato da uno spirito: ogni tanto si fermava e con la penna faceva dei segni sopra un altro foglio di carta, meccanicamente, mentre il pensiero seguiva il suo viaggio. La candela faceva lucignolo per lo scirocco umido della notte e scoppiettava: egli la guardava, senza vederla. Nitido, preciso, proseguiva il suo lavoro, nel silenzio della notte, dove si udivano soltanto i misteriosi scricchiolii dei vecchi mobili e lo strisciar della penna sulla carta: in un momento fu tanto l’impeto del pensiero che lo travolgeva, che egli si alzò da sedere, senza accorgersene, andò sino alla finestra, appoggiò la fronte calda ai vetri, sentendosi soffocare da tutte le cose che pensava e che tumultuosamente volevano uscire dal cervello. Ritornò subito al tavolino, a lavorare di nuovo, con lo stesso fervore, con lo stesso trasporto spirituale, per cui gli pareva di volar via sulla frase, trascinato da una volontà ferrea di cui sentiva la mano, ma gli mancava la coscienza. Mise una firma e la sottolineò con un grande tratto di penna. Un profondo sospiro di sollievo uscì dal suo petto, ma gli parve che qual-