Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/138

Da Wikisource.
128 la grande giornata.


Andò subito a letto, sentendosi stanco; spense il lume, credendo di addormentarsi subito. Infatti un lieve sopore scese su lui: ma se ne ridestò di soprassalto, si rivoltò, sperando di riaddormentarsi. Niente: era nervoso: quel somaro di Brandi lo aveva trascinato ancora a discutere. E rifece nella sua testa la discussione di nuovo: e nel letto, voltandosi e rivoltandosi, trovava nuovi argomenti, pensava che avrebbe dovuto dire questo, questo e quest’altro, diventava furioso per non aver pensato prima la tal cosa e rideva ogni tanto, fra sè, a una frase comica che gli veniva. Ah, no, non poteva dormire, non ci era rimedio. Riaccese il lume, prese un volume di storia del commercio, su cui si preparava ai suoi esami, e lesse per un quarto d’ora, con molta attenzione, senza capire una parola: la mente non si staccava da quella commedia e dalla critica che ci si poteva fare. Poi, senza rendersi molto conto di quello che faceva, si alzò, si vestì e si dette a passeggiare su e giù per la stanza. Faceva freddo: ma egli non lo sentiva. Camminava con le mani in tasca e col capo abbassato sul petto, concentrato nelle sue idee, riunendole, con certe che si ostinavano e certe altre che sfuggivano. Aveva già pensata l’ultima frase del suo articolo, prima di mettersi