Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/148

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138 la grande giornata.

supremo di passione, minuto di paura e di audacia, di desiderio e di potenza. Un minuto: e la sua vita fu gettata.

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In Via dei Crociferi incontrò i due amici che si preparavano con lui all’esame di vice-segretario. Gli domandarono a che ora si poteva fare l’indomani la solita ripetizione.

“Domani non posso,” rispose, asciutto, Riccardo.

“Dopodomani, allora.”

“Nè dopodomani, nè mai più. Non contate su me.”

“E perchè?”

“Perchè così.”

E li piantò, sorpresi; entrò nella trattoria Trevi, dove Vincenzo Brandi lo aspettava pazientemente per pranzare.

“Andiamo via,” gli disse Riccardo.

Presolo pel braccio, senza dargli nessuna spiegazione, se lo trascinò dietro sino al Caffè di Roma, in Piazza San Carlo, sull’angolo di Via delle Carrozze. Nessuno dei due aveva mai pranzato in quel posto: ma la memoria dei sensi era viva, come quella della mente, in Riccardo, ed egli si trovò subito bene, intonato con l’ambiente ricco e caldo, pieno di banchieri, di donnine eleganti, di artisti fortunati, di maestri di