Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/151

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III.

I CAPELLI DI SANSONE.

Quando Riccardo Joanna schiuse la porta a cristalli per entrare nell’ufficio del Quasimodo si trovò avvolto in un nugolo di polvere che lo fece tossire. Gregorio, l’usciere, dando certi impetuosi colpi di scopa, si spingeva innanzi un mucchio di spazzatura. Gregorio, spazzando, conservava il suo eterno malumore misterioso contro la razza umana: malumore che ora assumeva la forma collerica di un borbottamento ringhioso, ora si manifestava in uno scetticismo pieno di malinconia.

“Quanta polvere!” esclamò Riccardo.

“Più ne levo e più ce ne sta,” rispose Gregorio, crollando il capo, sfiduciato.

Stavano l’uno di contro all’altro, il redattore e l’usciere, divisi dal mucchio di spazzatura: Gregorio lungo, allampanato, pallido, colla barbetta rada sulle guance giallastre, appoggiato alla scopa; il redattore, l’articolista brillante, Riccardo Joanna, bel giovanotto, dagli