Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/166

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156 i capelli di sansone.

che, sostenne che il caviale non valeva le uova di tonno.

“Perchè m’invidiate?” chiese Riccardo.

“La tua prosa va: tutti la vogliono. Tu prendi cinquanta lire ad articolo, ne puoi fare uno al giorno, perchè non ne fai due al giorno?”

“Per questo,” rispose Riccardo, brevemente.

“Fossi in te, li farei.”

“Fossi tu in me, non li faresti,” ribattè Riccardo, sempre più scuro nella faccia.

“Perchè?”

“Perchè non si può.”

Tacquero. Scano non voleva dividere con Joanna i crostini in salsa di alici, un cibo piccante da stomachi guasti; ma il caviale, le ostriche e il Capri bianco lo avevano eccitato, la sua resistenza fu di pura forma. Joanna era sempre buono per lui, Scano lo ammirava ingenuamente, si lasciava andare a qualche confidenza con lui.

“Vedi, Riccardo, tante volte le penso anch’io quelle cose che tu scrivi, così bene, con tanta efficacia; perchè non le scrivo mai? Non so. Hai ragione, ho il cervello guasto; quello del cronista è un morbo cronico. Il fatto di sangue ci entra nel medesimo e la data di cronaca diventa quella di tutta la nostra vita.”

Riccardo sorrideva; quelle volgari freddure