Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/200

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190 i capelli di sansone.

che parola contro le lavandaie, e raccomandando la porta a Riccardo.

Costui, già distratto, cercava nel cassetto una cravatta bianca e i bottoni di metallo dorato per la camicia: e nel cassetto era una gran confusione di cravatte smesse, di guanti vecchi, spaiati, di calzettine di seta dal tallone bucato: e prima di raccapezzare i cinque bottoni, la cravatta bianca, il fazzoletto di batista pulito, un paio di guanti presentabili, Riccardo dovette perdere la testa, rimestare in tutti i cassetti, in tutte quelle anticaglie, buttando in aria certe camice da notte un po’ logore, scotendo i vecchi gilets estivi, tutto un ciarpame di roba inutile, un rimescolío di stracci eleganti e buoni a nulla.

Lo tenevano la malinconia e il dispetto: la malinconia, perchè oramai non avrebbe più potuto pranzare al Caffè di Roma o da Morteo, non aveva più che dieci lire e cinquanta, non poteva rimanere senza un soldo, doveva andare all’Apollo, all’Esquilino, aveva bisogno della carrozza, e ad andare in una trattoria mediocre ci soffriva troppo; e il dispetto di quella mancanza continua di quattrini, il dispetto di quel continuo squilibrio, il dispetto dell’assetato a cui danno due dita di acqua. Andava su e giù nella stanzetta magramente mobiliata,