Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/234

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224 il quarto d’ora di rabelais.


Frati venne, tutto infocato dal calore della stamperia. Un gruppo di redattori del Baiardo uscivano in quel momento dalla tipografia, ciarlando e ridendo, col loro prosperoso giornale in mano.

“Addio, Joanna,” dissero.

“Senti,” disse Riccardo a Frati, traendolo nel buio dell’androne; “tu non hai scordato quello ch’io ti dissi la sera della cena inaugurale: L’Uomo che ride sarà il mio sudario. Bene, ci ho pensato meglio: morrò forse io, ma il giornale vivrà. — Giulio, se io mi ammazzerò, tu farai vivere il giornale.”

“Sei pazzo?” gridò Frati, afferrandolo.

“Non aver paura, non vado ad ammazzarmi ora; ma non si sa mai. Ciao.”

La porta della tipografia si rinchiuse rumorosamente dietro Riccardo che uscì canticchiando.

“Che è stato?”

“Si cessano le pubblicazioni?”

“Joanna s’ammazza?” domandarono i redattori, affollandosi intorno a Frati.

“Sentite,” disse Frati: “noi siamo alla vigilia d’una catastrofe. Bisogna tener d’occhio Joanna.”

“T’ha detto qualche cosa?” domandò Stresa.