Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/256

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246 il quarto d’ora di rabelais.

mi aveva promesso di darmi quindicimila lire, e poi non volle far altro che avvallarmi la cambiale di Fontanella, di tremila lire, me ne ha ricusate mezz’ora fa diecimila. L’Associazione Costituzionale, che mi ha menato in giro per un mese, all’ultimo momento, ieri, ha dato le trentamila lire alla Patria. Fontanella non vuol farmi più credito, la tipografia non stamperà il giornale domani se non pago, voi da due mesi non siete pagati, anzi io sono indebitato con tutti voi, con te, con Stresa che mi ha dato il suo stipendio il mese scorso, con Bagatti che ha impegnato il suo orologio per me, persino con Bertarelli che mi ha trovato ottocento lire da uno strozzino. Noi dovremmo dunque domani sospendere il giornale. Invece, senti che cosa ho pensato. Io parto domattina all’alba, per l’Alta Italia: voi fate uno sforzo disperato per trovare dei denari e per ottenere una dilazione dalla tipografia, e tirate avanti per otto giorni ancora, a qualunque costo: io vado a Milano, a interrogare i negozianti arditi che hanno bisogno di réclame, i ricchi ambiziosi che hanno bisogno d’appoggio per riuscire; poi fo una corsa a Genova, e batto in breccia tutti i ricchi industriali che hanno tanti svariati interessi; i proprietari di cantieri che hanno bisogno di