Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/263

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il quarto d’ora di rabelais. 253

di consigli e di ammonimenti. Scrisse ai suoi redattori, ringraziandoli del concorso generoso e amoroso, della loro abnegazione, del loro coraggio, raccomandando anche ad essi il giornale. E suggellò tutte queste lettere, una dopo l’altra, accuratamente, chiudendo anche la sua necrologia in una busta gialla e scrivendovi sopra: Al proto per domattina. Mise questa busta al posto solito, sulla scrivania, sotto il timbro, ove il proto, quattro o cinque volte nel giorno e nella notte, veniva a cercare l’originale, per l’edizione della sera e quella della mattina.

Per le scale salivano i redattori, con Frati, parlando forte, facendo un rumore grande in quel buio silenzioso. Frati aveva pescato Paolo Stresa al Valle, Malgagno al caffè, Bagatti nell’ufficio del Sancio Panza, ove la sera c’era circolo. Aveva dato la voce, qua e là, nei due o tre posti ove i giornalisti bazzicano la notte, al telegrafo, da Morteo, alla birreria del Quirino, di avvertire gli altri di mano in mano che capitavano. Erano eccitati tutti: avevano tutti un presentimento, una divinazione tragica: portavano anche l’esaltazione dei luoghi ov’erano stati, poichè ovunque, come per una fatale combinazione, non avevano sentito parlare che di Joanna, non avevano parlato che di Joanna.