Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/300

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quando, come in quel giorno, egli invitava un amico a colazione, faceva colazione a casa, un cuoco gli mandava tutto, pietanze, vino, biancheria, cristalli, argenteria, anche l’obbligatorio mazzo di fiori. Dopo un’ora, tutto scompariva, in un paio di canestre che due facchini portavano via: la casa restava solitaria, priva di vita, come abbandonata.

“Bravo, eccovi puntuale,” disse Joanna andando incontro al deputato Bolognetti, un uomo sulla cinquantina, dal viso pallido e floscio, dagli occhi chiari e dalle mani sempre fredde.

E taciturnamente, seduti sulle poltrone di damasco rosso del salone, fumarono i loro sigari di avana. Ognuno studiava l’altro, senza volerlo dimostrare.

“Ebbene, che sarà del ministero?” chiese Joanna, scotendo la cenere del suo sigaro.

“Casca,” mormorò Bolognetti, con la sua voce stanca, semispenta.

“Ma che!”

“Casca, vi dico: fareste bene ad abbandonarlo.”

“Io non sono con nessuno,” rispose vivamente Joanna.

“Ma lo difendete: le sue idee sono le vostre.”

“Cioè, cioè: le mie idee sono le sue. Ma in realtà, Bolognetti, non ci burliamo; nè io,