Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/332

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322 una catastrofe.


“Vengo anche a copiare, purchè mi prenda....”

“Sa, l’Amministrazione non si carica di nuove spese a metà anno.”

“Il Tempo è così ricco!”

“È ricco, ma ha un bilancio assai rigoroso.”

In questa Agabito rientrò, sempre senza bussare.

“La lettera è recapitata,” disse. “Vi sono due vaglia da firmare.”

“Ah!” fece Riccardo e firmò rapidamente, sogguardando la cifra dei due vaglia, sedici e ottanta.

“Tornate subito alla posta,” ingiunse poi ad Agabito, con un’occhiata magnetica, di cui il servo dovette sentire tutto il fáscino, perchè andò via rapidamente.

“Senta, signor Joanna,” susurrò Antonio Amati, “non importa il compenso, mi prenda come volontario, per due mesi, per un trimestre, per un anno....”

“E come vivrà?”

“Dirò una bugia a mia madre: dirò che faccio pratica d’avvocato: che intanto non guadagno nulla: è bonissima, ingenua, mi crederà: mi manderà la solita mesata da studente.”

“Sa, signor Amati, in coscienza io non posso accettare la sua offerta.”

“E perchè?”