Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/34

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24 piccolo.

malato, nostalgico e povero. La cucina aveva un finestrino dai vetri sporchi che dava sulla scaletta: un grosso naso, una testa di faina vi comparve e gridò:

“Cronista, un suicidio!”

Dolfin lasciò Riccardo a malincuore, e andò dietro al reporter che aveva tutti i particolari della notizia. Il reporter era un napoletano, afflitto da uno sciagurato amore pel giornalismo, piccolo, scarno, con un naso che pareva si trascinasse dietro la testa, con la faccia di un vecchietto astuto e un modo di parlare telegrafico, tutto compreso dell’altezza del suo ufficio, quasi che fosse un redattore del New-York Herald. Nell’anticamera, frettolosamente, Angiullo dava la notizia a Dolfin, leggendogli le note del taccuino: Dolfin ascoltava con aria stracca, e Riccardo, che gli aveva tenuto dietro, aveva un contegno di personcina attenta.

“... Dal Ponte alla Sanità. Si crede che sia morto prima d’arrivare in terra.”

“L’hai visto, tu?” domandò il bimbo al reporter.

“Certamente: faceva orrore.”

“Qual è la causa del triste proponimento?” domandò il cronista, con lo stile della cronaca.

Credesi dissesti finanziari,” rispose sullo stesso tono Angiullo. E scappò via.