Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/35

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piccolo. 25


Dolfin entrò nella redazione per scrivere la notizia, annoiato; Riccardo lo seguiva. Paolo Joanna scriveva sempre, con un movimento della bocca che imitava quasi quello della penna. Non levò neppure il capo. Dolfin scriveva tenendosi il bimbo accanto.

“Dimmi, che significano dissesti finanziari?” chiese il bambino, dopo aver pensato.

“Mancanza di quattrini,” disse Dolfin.

“E uno si ammazza?”

“Più di uno.”

“Ah!” disse soltanto il bimbo.

“Che ora sarà?” domandò Paolo Joanna, levando il capo e mostrando la sua faccia stanca e preoccupata.

“Mah!...” fece il cronista, con un cenno d’ignoranza.

Ambedue non avevano orologio: e l’orologio grosso e grossolano, da paccotiglia, sospeso al muro, era fermo da sei mesi alle undici e mezzo.

“Ora domando a don Domenico,” propose il piccolo Riccardo.

Adesso, nella stanza di redazione era cominciato un certo viavai; il deputato ispiratore del Tempo aveva mandato l’articolo di fondo contro il governo, e Paolo Joanna lo arricchiva di punti, di virgole, di esclamazioni,