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364 | una catastrofe. |
“Niente: è la spedizione.”
“Quale spedizione?”
“Quanto è ingenuo, lei, signor Amati! Oh questi giovanotti! Ma non lo sa, lei, che il giornale deve partire per la provincia, e ci vuole un francobollo da un centesimo, sopra ogni copia?”
“Scusi,” fece l’altro, raumiliato.
“Niente: ci vogliono trentacinque lire e settanta.”
“E se no?”
“Non parte.”
“Oh Dio!”
“Senza trentacinque lire e centesimi settanta il Tempo resta a Milano. Ce le ha lei, queste trentacinque lire?”
“Io?... no, pur troppo, non le ho.”
“E allora.... non partiremo.”
“Com’è possibile?!”
“Oh! sono cose che succedono.”
“Sono.... sono già succedute?”
“Si: talvolta. Pare che questa sera si rinnoverà il caso.”
“Non potrebbe chiederle in prestito a un amico?”
“È inutile,” fece Joanna, crollando il capo.
“Cercare i francobolli in credenza?”
“È inutile,” ribattè, lugubremente, Joanna.