Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/388

Da Wikisource.
378 una catastrofe.

partire, oggi, alle cinque e venti: ha fatto dire al mio servo di ritornare alle sei. Non mi ha detto no, non mi ha respinto, non ha cercato neppure un pretesto: mi ha burlato.”

“Che infamia!”

“Non dite infamia. Egli aveva ragione. Noi ne abusiamo di questa presunta amicizia, noi la vogliamo sfruttare in tutti i modi. Oggi cerchiamo denaro, domani protezione, dopodomani intercessione e tutto ci pare dovuto a noi, noi tutto osiamo di pretendere! Io l’ho seccato, il principe: egli è capo—partito, ma io l’ho seccato assai.”

“Pure gli avete reso dei servigi.”

“Sì, ma non l’ho fatto ministro. Egli non mi perdonerà mai questo.”

“Un grand’uomo come lui?”

“È uno sciocco.”

“Voi scherzate.”

“Uno sciocco, vi dico. Ahimè, nessuno meglio di noi conosce la misura di questi grandi uomini, noi sappiamo il segreto della loro riputazione. Essa è fatta di aggettivi nostri: essa è fatta di false notizie nostre: essa è fatta di articoli nostri. Sono quindici anni che io do dell’illustre a Sua Eccellenza il principe e tutti hanno finito per crederlo illustre, sono quindici anni che quando egli parte io scrivo: