Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/64

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prima donna, una commedia, una nuova bibita, una nuova invenzione, voi fate cadere il Ministero,” e si buttò in gola il bicchierino di cognac, dopo avere spifferato la convenzionale tiritera che tutti gli sciocchi ripetono.

“Come si fa a diventar giornalisti?” soggiunse poi.

“Bisogna nascerci,” disse, con una certa importanza, Paolo.

“Io lascerò lo studio del mio avvocato, egli assorbisce tutto, non mi dà un affare: io mi slancerò nella stampa, mi ci sento la vocazione. Intanto fammi l’articolo pel cognato.”

“Te lo farò.”

“Te lo dimentichi? Eccolo, lo dirò al bambino, a questo bel bambino. Ricordateglielo voi, caruccio mio, che egli deve fare un articolo al cav. Leutari, sul libro La nave nel diritto internazionale.”

“Non dubitate, signore, glielo ricorderò.”

L’avvocato senza cause andò via, passando dalla scaletta interna, per farsi vedere agli avventori delle sale terrene. Paolo e Riccardo avevano deciso di andar a prendere il caffè al Gran Caffè, dieci passi più innanzi, dirimpetto al palazzo reale; e Paolo pagò il conto, dieci lire e ottanta centesimi, cinquanta centesimi per Peppino che era un cameriere troppo si-