Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/67

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piccolo. 57


“Credete?” e rideva d’orgoglio.

“Infine smetterete?”

“No, no, non smetto sino a che il governo non lo traslochi.”

“Mi pare difficile: il ministro dell’interno non si occupa dei giornali.”

“E fa male, commendatore. Il prefetto sarà traslocato, vedrete.”

“Si consolerà facilmente: ha tanti quattrini!” soggiunse filosoficamente il commendatore. “Venite al Sannazaro questa sera? È la serata dell’Amalia: ci andiamo tutti, un momento. Ma forse questo bel ragazzo avrà sonno?” e gli carezzava una guancia.

“Io non ho mai sonno, o signore, domandate a papà,” rispose, tutto baldanzoso, il piccino.

“Oh, Riccardo è un omino,” soggiunse il padre.

Il commendatore si allontanò, dopo aver presa una gardenia da una fioraia, una bella fioraia, dalla fisonomia corretta e fredda, vestita di broccato nero, con due rose bianche nei capelli rialzati e due stelloni di brillanti alle orecchie. Ella, dopo aver sorriso al commendatore, fece il giro dei tavolini, arrivò a quello di Paolo Joanna:

“La vuole, una rosa?” chiese ella con la sua voce tranquilla e armoniosa.